Sanità, il botta e risposta tra Meloni e Schlein

Scontro di vedute in Parlamento tra la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, sul tema sanità. “Sta scaricando le responsabilità”, attacca l’opposizione. Ecco cosa è successo

La giornata di ieri ha visto Giorgia Meloni partecipare al suo terzo question time in veste di Presidente del Consiglio dei Ministri, con la leader di Fratelli d’Italia che alla Camera dei Deputati si è dovuta difendere dagli attacchi delle opposizioni.

Il dibattito più acceso è stato quello tra Meloni e la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein sul tema della sanità.

Scontro Meloni-Schlein sulla sanità: cosa è accaduto

Elly Schlein ha cercato l’affondo e ha trovato la risposta di Giorgia Meloni.

Acceso dibattito in Parlamento tra Meloni e Schlein sulla sanità
Acceso dibattito in Parlamento tra Meloni e Schlein sulla sanità | Immagine ANSA @RICCARDOANTIMIANI – 20maggiosenzamuri.it

Potrebbe essere riassunto così un duello verbale che da alcuni osservatori è stato visto come uno scontro in pedana tra due schermitrici della politica.

Nel corso del question time che si è tenuto ieri in Parlamento, la segretaria del PD ha chiesto alla Presidente del Consiglio come abbattere le lista di attesa nella sanità, calcando la mano in particolar modo sulla questione relativa al tetto di spesa previsto sulle assunzioni di medici e infermieri e con il quale il Governo si sta ritrovando a fare i conti.

Si tratta di un problema decennale per l’Italia, con le carenze di organico in ambito medico che crea spesso dei disagi a livello della sanità nazionale.

Schlein ha ricordato come a porre questo tetto sia stato nel 2009 il Governo a guida Silvio Berlusconi e nel quale proprio Giorgia Meloni ricopriva un ruolo di Ministro.

Un attacco diretto, dunque, all’attuale Presidente del Consiglio, formulato con queste parole:

“Signora presidente, mi spieghi una cosa: lei è andata al Governo per risolvere i problemi degli italiani o per scaricare le responsabilità su altri? Il tetto alle assunzioni è stato introdotto nel 2009 e al Governo c’era lei. Nello specifico, il problema lo ha creato lei”.

Immediata la replica di Meloni, la quale ha rispedito al mittente con ironia le accuse mossele dalla segretaria del PD:

“Come ricorda la collega Schlein, il tetto alla spesa del personale sanitario fu introdotto nel 2009. Ha poi portato al crescente ricorso ai contratti a termine e al devastante fenomeno dei medici gettonisti. Facciamo i conti con una situazione stratificata in 14 anni. Non chiederò perché non lo avete risolto voi questo problema. Le dirò che è un’implicita attestazione di stima che chiedete a noi di risolvere i problemi che non avete risolto in dieci anni al Governo. Grazie per fidarvi di noi e del nostro Governo”.

Meloni ha poi aggiunto:

“Dei problemi della sanità ce ne stiamo occupando e ci occuperemo, compreso il superamento del tetto di spesa [sulle assunzioni del personale sanitario, ndr]. È un obiettivo che abbiamo. Per noi, il diritto alla salute dei cittadini è una priorità assoluta”.

Nella difesa dell’operato del suo Governo, la premier ha anche ricordato i “2,4 miliardi di euro” investiti per il rinnovo del contratto dei sanitari.

Capitali che sono stati messi a salvaguardia del lavoro e con il dichiarato “obiettivo di abbattere le liste d’attesa”.

Un question time elettrico alla Camera

Lo scontro Meloni-Schlein non si è risolto solamente nelle dichiarazioni sopra citate.

Nel corso del suo intervento, la segretaria del PD ha mosso anche altre critiche sul tema sanità, mettendo nel mirino sempre il Governo attualmente in carica:

“Servono più risorse nella sanità e voi fin qui avete tagliato. I tre miliardi in più non bastano nemmeno per i nuovi contratti. Poi, avete dato il colpo di grazia con l’autonomia differenziata, la quale spacca il Paese in pazienti di serie A e pazienti di serie B”.

Schlein ha anche aggiunto:

“Al Servizio sanitario servono 15 miliardi all’anno in più per allinearsi all’Unione Europea. Intanto, la spesa privata sfonda il muro dei 40 miliardi”.

Alla Camera c’è stato anche un momento in cui le parole rivolte da Elly Schlein a Giorgia Meloni hanno incassato l’applauso di parte del gruppo del Movimento 5 Stelle:

“Non esiste nessuna destra sociale. Questa è una destra letale sul diritto alla salute. Sulla sanità lei è la regina dei tagli. Si conferma la regina dell’austerità”.

Elly Schlein attacca Giorgia Meloni sulla sanità
Elly Schlein attacca Giorgia Meloni sulla sanità | Immagine ANSA @GIUSEPPELAMI – 20maggiosenzamuri.it

Il problema del tetto alle assunzioni

Lo scontro verbale che si è tenuto tra Meloni e Schlein ha ruotato principalmente intorno alla questione relativa al tetto alle assunzioni di medici e infermieri.

Si tratta di un limite di spesa, come ricordato sia dalla Presidente del Consiglio che dalla segretaria dem che è stato introdotto in Italia nel 2009 dal Governo Berlusconi e che da allora ha contribuito a far emergere diverse problematiche all’interno del servizio sanitario nazionale.

Al giorno d’oggi, per esempio, si stimano carenze di circa 20.000 medici e 70.000 infermieri e la colpa di questa mancanza viene affibbiata proprio al tetto alle assunzioni, il quale fu introdotto però in un’epoca diversa, quella della cosiddetta spending review.

Parliamo di un limite che fissa la spesa sul personale al livello del 2004, il quale è stato poi ridotto dell’1,4%, e che ha portato a un progressivo esaurimento del personale nelle strutture mediche e sanitarie, anche per via della sempre più frequente fuga di professionisti all’estero o nel settore privato.

I turni spesso infiniti e gli stipendi spesso insufficienti hanno spinto moltissimi professionisti a cercare fortuna altrove, con conseguente grave impoverimento del sistema sanitario nazionale.

A chiarimento delle parole pronunciate sia da Schlein che da Meloni, può essere utile riavvolgere il nastro della Storia e fissare le date che hanno portato alla creazione di questo famigerato “tetto”.

Esso è stato introdotto esattamente nel 2010, dalla legge finanziaria 191/2009 del Governo Berlusconi, a conferma della legge finanziaria del 2007 (legge 27 dicembre 2006, n. 296) prodotta dall’allora secondo Governo Prodi.

Il tetto di spesa è stato poi confermato anche dai Governi successivi, tra cui quelli a guida Mario Monti e Matteo Renzi.

Ad apportare delle modifiche al tetto di spesa è stato nel 2019 il primo Governo Conte (quello formato dall’alleanza Lega-Movimento 5 Stelle, ndr), il quale ha consentito alle regioni di non superare la spesa del 2018, offrendo però anche la possibilità di scegliere tra il nuovo tetto e quello del 2004, a proprio vantaggio.

È facile quindi capire come il tetto alle assunzioni sia stato (e continui a essere) un tema affrontato da diversi Governi, rappresentati da differenti sfumature politiche.

Sia la Destra e che la Sinistra hanno sempre confermato questo tetto, motivo per cui, ad oggi, oneri e onori devono essere condivisi da ambo le parti dell’emisfero politico. Che piaccia oppure no.

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