Pensione di reversibilità: chi ne ha diritto al 100%?

Pensione di reversibilità, in quali casi ai superstiti spetta il 100% di quanto era percepito dal dante causa? Facciamo chiarezza

Solamente quando vengono soddisfatte contemporaneamente alcune condizioni, la pensione di reversibilità ai superstiti spetta al 100% dell’importo.

Quando a goderne è una sola persona la pensione di reversibilità non spetta mai per intero. La quota dipende infatti dal numero, nonché dalla tipologia dei superstiti che ne beneficiano, in quanto ad esempio si va dal 60% del coniuge solo al 70% quando invece a beneficiarne è solamente un figlio.

Se invece a beneficiarne sono più componenti la quota aumenta e può arrivare appunto a raggiungere l’intero importo che era riconosciuto al dante causa prima del decesso: in particolare c’è un caso in cui la reversibilità spetta per intero, senza neppure il rischio di tagli per la presenza di altri redditi.

Pensione di reversibilità al 100%, come funziona?

Come anticipato, la pensione ai superstiti è pari a una quota percentuale della pensione liquidata (o che comunque sarebbe spettata all’assicurato deceduto).

Anziane sulla spiaggia
Foto | Pexels @Pixabay – 20maggiosenzamuri.it

 

Nel caso in cui spetti al coniuge, è riconosciuta solamente una quota pari al 60% della pensione percepita dal dante causa, con il rischio che l’importo possa essere persino tagliato in presenza di altri redditi.

Ricordiamo, infatti, che sopra le 3 volte il trattamento minimo di pensione scatta una decurtazione del 25% dell’importo, che sale al 40% per i redditi superiori a 4 volte ma inferiori a 5. Infine, l’importo si dimezza, e ne spetta solamente il 30%, nel caso di reddito che supera di 5 volte il trattamento minimo.

Tuttavia, quando insieme al coniuge ci sono anche i figli del dante causa allora sì che la quota di pensione di reversibilità aumenta con la possibilità di arrivare persino al 100%. Nel dettaglio, le aliquote di reversibilità sono stabilite nelle seguenti misure:

  • coniuge e un figlio: 80%;
  • coniuge e due o più figli: 100%.

A tal proposito, ricordiamo che spetta una quota di reversibilità anche per i figli nel solo caso in cui questi facciano parte di almeno una delle seguenti categorie: 

  • minorenni;
  • inabili al lavoro indipendentemente dall’età;
  • maggiorenni, ma solo se a carico del genitore al momento del decesso, che non prestano attività lavorativa, frequentano scuole o corsi di formazione professionale equiparabili a corsi scolastici. In tal caso la reversibilità spetta nei limiti del 21° anno di età, mentre nel caso di frequenza a un corso universitario l’età aumenta a 26 anni.

È bene chiarire che quando la pensione di reversibilità spetta per intero per la presenza di figli a carico, il coniuge non deve neppure preoccuparsi per i tagli previsti in caso di redditi superiori a 3 volte il trattamento minimo. I limiti di cumulabilità, infatti, non si applicano nel caso in cui il beneficiario faccia parte di un nucleo familiare con figli minori, studenti o inabili.

In assenza del coniuge superstite la pensione di reversibilità spetta ai figli, a patto ovviamente che questi soddisfino i requisiti indicati nel precedente paragrafo.

In tal caso, spetta il 70% a un figlio, l’80% a due figli e il 100% per 3 o più figli (ovviamente la quota viene equamente suddivisa tra tutti i superstiti).

Molto più remota la possibilità che la pensione di reversibilità al 100% spetti ai fratelli e sorelle. Intanto va specificato che la pensione del dante causa è destinata a fratelli e sorelle solamente in assenza di coniuge, figli e genitori (o comunque laddove pur esistendo non abbiano comunque diritto all’assegno), ed esclusivamente nel caso in cui soddisfino determinate condizioni:

  • celibi o nubili;
  • inabili al lavoro al momento della morte del pensionato;
  • non titolari di pensione diretta;
  • a carico del dante causa.

In tal caso spetta un quota pari al 15% per il fratello o sorella sola, che sale fino al:

  • 30%: due fratelli o sorelle;
  • 45%: tre fratelli o sorelle;
  • 60%: quattro fratelli o sorelle;
  • 75%: cinque fratelli o sorelle;
  • 90%: sei fratelli o sorelle;
  • 100%: sette fratelli o sorelle.

Insomma, la possibilità che venga riconosciuto il 100% della pensione di reversibilità a fratelli e sorelle, tra l’altro con meno del 15% a testa, sono davvero minime.

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