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Sport

Le multe più esorbitanti nella storia del calcio

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Gianluca Pirovano

Anche nel calcio ci sono le multe: la storia recente è piena di episodi in cui i calciatori hanno dovuto mettere mano al portafogli per rimediare a qualche errore. Vediamo le storie più eclatanti. 

Da grandi stipendi derivano… grandi multe. Potremmo dire senza dubbio così parlando dei calciatori e delle sanzioni disciplinari che spesso si sono trovati a dover pagare a causa di alcune loro mancanze. Non si tratta nella stragrande maggioranza dei casi di multe ricevute dalla Federazione, ma direttamente dai propri club. Ogni società ha, infatti, un regolamento interno che prevede una serie di sanzioni in base a specifiche situazioni, come l’assenza ingiustificata ad un allenamento o a un evento organizzato dal club. Ogni squadra ha poi, solitamente, anche un piccolo regolamento interno con cui si autotassa in caso di altre mancanze, spesso minori. Negli anni sono state molte le sanzioni che hanno fatto discutere. Vediamone insieme qualcuna.

Le grandi multe nel calcio: i casi più eclatanti

Come detto, non stiamo parlando di multe comminate dalle Federazioni, ma spesso direttamente dai club. Certo, anche nel caso delle Federazioni gli esempi eclatanti non mancano. Basti pensare a quella volta in cui Massimiliano Allegri, allenatore della Juventus, venne multato per 10mila euro “per avere, al termine della gara, nello spogliatoio degli ufficiali di gara, contestato, all’inizio con tono pacato, l’operato arbitrale e, successivamente, in modo irrispettoso, anche riguardo all’operato del Var, tant’è che il direttore di gara lo invitava ad uscire dallo spogliatoio”.

Massimiliano Allegri | Lapresse – 20maggiosenzamuri.it

Tornando a noi, un caso che fece parecchio discutere fu quello di Icardi all’Inter. L’allora capitano dei nerazzurri, all’epoca alle prese con un difficile rinnovo di contratto, venne multato per 100mila euro per non essersi presentato al primo allenamento dopo la pausa natalizia. Il motivo? La cancellazione del suo volo da Buenos Aires. Non sufficiente, all’epoca, per far tornare sui suoi passi la società meneghina.

Da Tevez a Boateng: le sanzioni più pesanti

Fece molto sorridere all’epoca anche la multa inflitta a Tevez, che giocava nel campionato cinese. La sua società, lo Shangai Shenhua, lo sanzionò perché si presentò ingrassato. 13mila euro al chilo per quattro chili che aveva preso: totale 52mila euro. Bazzeccole per lui che all’epoca prendeva più di 30 milioni a stagione. 100mila euro di multa anche per Nainggolan. Glieli diede la Roma, che beccò un suo video mentre fumava ed era evidentemente ubriaco. Certo, era Capodanno, ma questo non cambiò la decisione del club capitolino.

Fu una festa a costare cara anche a Van der Meyde, calciatore olandese all’epoca in forza all’Everton. Il club lo sanzionò per 45mila sterline per non essersi presentato all’allenamento. Lui di tutta risposta chiese di pagarne 90mila, perché sarebbe mancato anche il giorno dopo a causa di una festa. Discorso diverso, invece, per Boateng. Prince venne multato di 3mila euro, questa volta dalla Federazione, per aver esposto una maglia in solidarietà ai terremotati del Centro Italia. Un gesto nobile, ma contro il regolamento della Liga. A chiudere la carrellata, una genialata di Rafinha. Il giocatore del Barcellona ha dovuto sborsare un milione di euro ad Adidas per aver indossato in campo scarpe di un altro marchio. Il motivo? Erano più comode…

Gianluca Pirovano

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