L’Inter rischia il fallimento, a quanto ammontano i debiti

È delle ultime ore la notizia dell’aumento dei debiti dell’Inter, i quali hanno ormai raggiunto una cifra incredibile. Vediamo questa situazione e quella di altre squadre di Serie A

Capolista in Serie A, finalista nella scorsa edizione della Uefa Champions League e, probabilmente, squadra più forte e in forma d’Italia: l’Inter, negli ultimi anni, ha raggiunto un livello superiore rispetto a tutte le altre squadre che militano nel campionato italiano, ma nonostante questo la società di Milano non se la passa affatto bene sul piano economico. Nella stagione 2022/23, ad esempio, nonostante gli ottimi risultati, le perdite, secondo quanto riferito da Il Giornale, sono state di circa 85,4 milioni, una cifra decisamente alta e preoccupante. Ma per quale motivo si sta vivendo questa situazione in casa Inter? La società è a rischio fallimento? Vediamo la risposta a queste domande.

Inter e non solo: la vera situazione del club neroazzurro e di altre società di Serie A

Il Giornale ha spiegato che l’Inter ha effettuato negli anni tentativi infruttuosi con la speranza di risolvere la situazione finanziaria, ottenendo, però, il risultato opposto. Nonostante la volontà di tagliare i costi dell’11,8% a 465,5 milioni, il club ha registrato una contrazione dei ricavi (-3,2%) a 425,5 milioni. Le perdite si riflettono in un debito di 807 milioni, in diminuzione rispetto agli 881 milioni dell’anno precedente. Le cessioni di Brozovic (all’Al Nasr per 17,5 milioni) e di Onana al Manchester United (per 50,2 milioni) hanno dato respiro alle casse del club, senza però risolvere pienamente il problema. Al 30 giugno 2023, l’Inter ha riportato un patrimonio netto negativo di 161,9 milioni, il che indica che le attività nel bilancio sono sovrastimate e insufficienti a coprire le passività. Marotta, l’amministratore delegato del club, nel suo blog, spiega che ciò non rientra nei limiti minimi di capitalizzazione del Codice Civile. Tuttavia, la testata specifica che il club può differire il ripianamento delle perdite entro il quinto esercizio successivo al 2027, quando dovrà azzerare i 342 milioni cumulati.

Beppe Marotta
Beppe Marotta | Ansa – 20maggiosenzamuri.it

Il Giornale riferisce che a gennaio 2022 è stato emesso un bond da 415 milioni, con scadenza nel 2027 e un rendimento elevato del 6,75%. “E la società nerazzurra, controllata dai cinesi di Suning tramite Grand Tower, dovrà restituire entro maggio 2024 il finanziamento di 275 milioni ottenuto dal fondo californiano Oaktree, il quale, come sicurezza, ha richiesto tutte le azioni del club”, evidenzia Il Giornale. Fino ad ora, non sono pervenute risposte dalla società.

Ma l’Inter rischia davvero di fallire? È importante sottolineare che la situazione descritta da Il Giornale è sicuramente accurata, ma più drammatica di quanto sia in realtà. Per iniziare, cosa fondamentale, l’Inter soddisfa tutti i requisiti necessari per partecipare al campionato e quindi non si prospetta nessuna esclusione per la squadra di Milano dalla Serie A. Attualmente, e probabilmente anche in futuro, l’ipotesi di una non partecipazione alle competizioni sportive a causa di mancanza di requisiti economico-societari è improbabile. A titolo esemplificativo, la situazione finanziaria dell’Inter è più solida di quella della Juventus a livello di bilancio. Secondo i bilanci semestrali al 30/09/2023, l’Inter ha un debito totale di circa 731 milioni di euro (in calo rispetto agli 807 citati precedentemente al 30/06), mentre la Juventus ne ha circa 766 milioni con una liquidità poco confortante, probabilmente affrontando un mercato con un bilancio neutro o addirittura positivo. È importante notare che nessuna delle due società è a rischio di mancata iscrizione. Inoltre, l’Inter sta valutando la ristrutturazione dei costi, in conformità con il settlement agreement firmato con la UEFA per il rispetto del Fair Play Finanziario, un percorso che, al momento, procede nel verso giusto.

L’Inter, però, non è l’unica squadra italiana a navigare in brutte acque per quanto riguarda la situazione finanziaria. Vediamo la lista dei club più indebitati stando alla chiusura dei bilanci al 30 giugno 2023.

Tutti i club più indebitati d’Italia: solo una società si salva

L’indebitamento complessivo dei principali club della Serie A 2022/23 supera ancora i 2,4 miliardi di euro. Dopo la divulgazione del bilancio per il 2022/23 da parte del Napoli, le squadre di vertice della scorsa stagione hanno ufficialmente comunicato le cifre relative al loro esercizio fino al 30 giugno 2023. In termini aggregati, i dati registrano un aumento rispetto alla stagione precedente per le cinque principali squadre classificate.

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Al 30 giugno 2023, l’Inter presentava l’indebitamento lordo più elevato, ammontante a 807,3 milioni di euro, rispetto ai 791,8 milioni della Juventus. Tuttavia, entrambi i club hanno registrato un calo nei mesi successivi, con l’Inter riducendo soprattutto i debiti verso soci grazie alla conversione di 86 milioni legati ai finanziamenti di Suning. La Juventus vedrà una diminuzione dell’indebitamento finanziario grazie al prossimo rimborso di un bond da 175 milioni a febbraio, utilizzando risorse dall’aumento di capitale. La principale voce, dopo i debiti finanziari, per i club di vertice riguarda i debiti verso le società di calcio, totalizzando 535 milioni, di cui 219 milioni solo per la Juventus.

Esempio di virtuosismo è invece la Fiorentina, l’unica squadra di questa Serie A a non aver registrato alcuna perdita nell’annata 2022/2023.

Un’altra squadra che si sta muovendo in modo ottimale è la Roma, la quale, al 30 giugno 2023, ha chiuso il bilancio con una perdita pari a 102 milioni di euro. Il club ha drasticamente ridotto le perdite rispetto alla stagione precedente (oltre 219 milioni al 30 giugno 2022), ma c’è da dire che il risultato netto rimane comunque pesantemente negativo. La strategia del club è influenzata significativamente dal Settlement Agreement stipulato con la UEFA, che ha generato plusvalenze cruciali. I debiti finanziari netti sono saliti da 323 milioni a 448 milioni, registrando un incremento di 125 milioni.

I costi totali, inclusi gli ammortamenti, hanno registrato una diminuzione di 54 milioni, attestandosi a un totale di 349 milioni di euro. Gli ammortamenti sono scesi di 22 milioni, mentre il costo del personale è diminuito di 10 milioni. Dan Friedkin, azionista di controllo statunitense, dopo il delisting della Roma, continua a sostenere il club giallorosso e ha finanziato 232,5 milioni di euro nell’ultimo esercizio. L’obiettivo di Friedkin è trasferire l’indebitamento da terzi, ridotto da 270 a 180 milioni, a un indebitamento nei confronti della proprietà, aumentato da 85 a 318 milioni.

L’indebitamento nei confronti della proprietà sarà gradualmente convertito in riserva patrimoniale. Un aumento di capitale fino a 520 milioni, approvato dall’assemblea il 18 ottobre 2022, sarà attuato entro la fine del 2024. Dei 395 milioni versati da Friedkin come finanziamento soci, compresi i versamenti precedenti, sono già stati allocati alle riserve patrimoniali. I restanti 125 milioni necessari per completare l’intera ricapitalizzazione sono già coperti da versamenti precedentemente effettuati.

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