La storia di Marianne Bachmeier, che sparò all’assassino della figlia durante il processo

La violenza come forma di giustizia privata fa sempre discutere: un caso noto è quello accaduto in Germania negli anni ’80

Il 6 marzo 1981, Marianne Bachmeier fece il suo ingresso in tribunale a Lubecca, in Germania, passo dopo passo. In un istante, estrasse una pistola Beretta M1934 carica dalla borsetta e sparò a Klaus Grabowski, un macellaio di 35 anni, accusato di aver rapito, stuprato e ucciso sua figlia di sette anni, Anna Bachmeier. Grabowski morì poco dopo sul pavimento del tribunale, colpito da sette proiettili sparati da Marianne Bachmeier. La madre vendicativa fu arrestata ma non mostrò alcun segno di rimorso, suscitando un dibattito che continua a dividere la nazione anche dopo 40 anni.

Il passato della madre

Marianne, una madre single che gestiva un pub a Lubecca, aveva già vissuto una giovinezza segnata da traumi, cresciuta in un contesto familiare difficile, con un padre membro delle Waffen-SS. Era stata vittima di abusi sessuali subiti da giovane e aveva vissuto la cessione in adozione dei suoi primi due figli. Questa tragedia ha segnato l’apice della sua sofferenza.

La vicenda

Anna, nata nel 1973, fu cresciuta da Marianne come madre single. La tragedia colpì quando Anna, dopo una lite con sua madre nel maggio 1980, fu rapita da Grabowski lungo il tragitto verso la casa di un’amica. Grabowski la stuprò, la strangolò e nascose il corpo in una scatola in un canale. Arrestato, Grabowski confessò l’omicidio ma negò lo stupro, addossando ad Anna la colpa delle sue azioni. Grabowski aveva infatti ucciso la bambina strangolandola con delle calze, ma sostenne che lei lo stesse ricattando. Il gesto di Marianne, definita la “mamma vendetta”, suscitò reazioni contrastanti. Inizialmente vista come una figura santa, i media scoprirono dettagli del suo passato che offuscarono la sua immagine. Dopo il processo, nel 1982, fu condannata a 6 anni di prigione per omicidio premeditato e possesso illegale di arma da fuoco. Uscì dopo 3 anni dopo che ottenne una liberazione anticipata poiché era sull’orlo del suicidio.

la tomba di Marianne ed Anne Bachmeier
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Dopo il carcere, Marianne si trasferì in Nigeria e successivamente in Sicilia, dove le fu diagnosticato un cancro al pancreas. Tornò a Lubecca e morì nel 1996. Seppellita vicino alla figlia Anna, il destino di Marianne Bachmeier continua a suscitare dibattiti sulla giustizia, sulla vendetta personale e sul dolore genitoriale. La sua storia rimane un capitolo controverso nella memoria collettiva tedesca. Un video della ricostruzione dell’atto di vendetta di Bachmeier è riemerso su YouTube nel dicembre 2022, generando sostegno per la madre. Molti commentatori esprimono comprensione e simpatia per la madre, definendola un’icona che ha vissuto molta sofferenza.

I precedenti di Grabowski

Klaus Grabowski fu arrestato dopo che la sua fidanzata chiamò la polizia e confessò di aver ucciso la settenne Anna. Non è chiaro se Grabowski abbia o meno aggredito sessualmente la bambina, poiché negò di averlo fatto, ma era un criminale sessuale condannato ed era stato accusato di aver molestato sessualmente due ragazze. Una volta arrestato, Grabowski dichiarò di non avere intenzione di abusare sessualmente di Anna. Sostenne che la bambina avesse cercato di dire a sua madre che lui l’aveva toccata in modo inappropriato per ottenere denaro da lui. Sostenne inoltre che Anna aveva cercato di sedurlo e ricattarlo, quindi doveva ucciderla. Una bambina di sette anni. Durante la sua detenzione, fu castrato nel 1976 e, due anni dopo, fu sottoposto a trattamento ormonale.

Casi simili

Ci sono stati casi simili in cui individui hanno preso la legge tra le proprie mani a seguito di tragedie personali, ma ogni situazione è unica e può variare significativamente.

Caso di Bernhard Goetz (1984)
Bernhard Goetz, noto come il “Vigilante del metrò”, è stato coinvolto in un episodio nel 1984 a New York. Goetz fu aggredito da quattro giovani nel metrò e, dopo l’aggressione, acquistò una pistola. Successivamente, incontrò nuovamente alcuni giovani sospetti nel metrò e aprì il fuoco, ferendoli. Goetz dichiarò che agì per autodifesa a seguito della precedente aggressione subita. Anche se fu arrestato e processato, Goetz venne condannato solo per il possesso illegale di arma da fuoco, mentre fu assolto dalle accuse più gravi.

Giustizia privata: perché è pericolosa

La giustizia privata è considerata pericolosa per diversi motivi, poiché presenta sfide e rischi che possono minare i principi fondamentali di un sistema giudiziario equo ed efficiente. Ecco alcune ragioni per cui la giustizia privata è spesso vista con preoccupazione:

1. Assenza di Imparzialità
Nel sistema giudiziario, i giudici e i giurati sono tenuti a essere imparziali e a prendere decisioni basate sulla legge e sulle prove presentate in tribunale. Nella giustizia privata, le decisioni possono essere influenzate da motivazioni finanziarie, relazioni personali o altri fattori che minano l’obiettività e la giustizia.

2. Disuguaglianza di Accesso
La giustizia privata potrebbe essere accessibile solo a coloro che possono permettersi di pagare i servizi legali, creando un divario di accesso alla giustizia. Questa disuguaglianza può portare a risultati ingiusti, poiché le persone con risorse finanziarie superiori potrebbero godere di vantaggi sproporzionati rispetto a coloro che non possono permettersi assistenza legale di alta qualità.

3. Mancanza di Standard Giuridici Universalmente Accettati
Nella giustizia privata, le regole e le procedure possono variare considerevolmente a seconda delle organizzazioni coinvolte. L’assenza di standard giuridici uniformi può portare a interpretazioni soggettive della legge e alla mancanza di coerenza nelle decisioni.

4. Potenziale per Corruzione
Il coinvolgimento di interessi privati potrebbe aprire la porta alla corruzione. La possibilità che le decisioni giuridiche siano influenzate da tangenti o pressioni esterne cresce quando il processo giudiziario è gestito privatamente e non è soggetto a controlli e bilanci adeguati.

5. Mancanza di Accountability
I tribunali privati potrebbero non essere soggetti allo stesso grado di responsabilità e controllo pubblico dei tribunali pubblici. Questa mancanza di accountability può comportare decisioni giuridiche discutibili senza conseguenze significative per coloro che le prendono.

6. Rischi per i Diritti Fondamentali
La giustizia privata potrebbe non garantire adeguati salvaguardie per i diritti fondamentali delle persone coinvolte. La mancanza di standard chiari potrebbe mettere a rischio questioni cruciali come la tutela dei diritti umani e civili.

7. Arbitrarietà delle Decisioni
La giustizia privata, specialmente nei sistemi di arbitrato, può essere caratterizzata dall’arbitrarietà delle decisioni. Gli arbitri potrebbero prendere decisioni che non sono vincolate a precedenti giuridici o norme stabilite, creando incertezza giuridica.

La storia di Marianne Bachmeier è intrisa di tragedia, dolore e un desiderio complesso di giustizia. Il suo caso rimane un esempio emblematico di come il sistema legale possa talvolta fallire nel soddisfare il bisogno di giustizia delle vittime, portando alcuni a cercare vendetta attraverso mezzi non convenzionali. La sua vicenda continua a sollevare domande fondamentali sulla natura della giustizia e sulla complessità delle reazioni umane di fronte al dolore insopportabile.

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